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Metti un dito nell’occhio

Familiarizzare con l’arte

di Gnazino Russo — IV puntata

 

Ora cioè che ritengo da tutti voi superato il con­cetto di primitivo uguale a incapace o a primo gra­dino della inesistente scala di valori, vorrei guardare con voi un po’ da più presso l’arte di El Greco (fig. 7). “La linea sinuosa, fluida ascensoriale, deforma l’immagine e ne altera i caratteri e le proporzioni in fa­vore di una immediata resa espressiva sottolineata da accordi di colori discordanti. Una tensione espressi­va antitetica alla bellezza armoniosa da contem­plare’’.

In El Greco, cioè, precursore dell’espressionismo, pittore atonale nonostante formatosi alla scuola ve­neziana dei valori tonali, che subì sempre i condizio­namenti dei mosaici bizantini e i condizionamenti dei valori michelangioleschi, “la deformazione è una forza interiore che sfrutta le infinite possibilità umane per giungere per altra via all’arte”.

Le figure allungate, i colori accesi, stridenti negli accordi, il tutto per rendere una verità non esterna, ma come rispondenza interiore. E così, ancora pri­ma, con Simone Martini, celebrato artista “tutto slancio lineare, che riduce i caratteri umani a pura astrazione assottigliando il naso e gli occhi e rimpic­ciolendo la bocca, assurgendo ad una dimensione fantastica dettata da un moto interiore dell’anima”.

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